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La Storia di Schiaccianoci

Schiaccianoci è una fiaba di nobili origini: declinata in vari modi da autori come Ernst Hoffmann e Alexandre Dumas, è stata resa ancora più celebre dalla versione ballettistica del grande binomio Petipa/Čajkovskij , che l’ha definitivamente consacrata come classico del Natale.
Il suo percorso di opera letteraria trasposta in opera danzata, la rende particolarmente adatta a una rivisitazione contemporanea che attraverso l’unione dei differenti linguaggi crea una narrazione ricca di suggestioni e capace di parlare all’infanzia di alcuni temi complessi come i passaggi della crescita, la diversità, la scoperta dell’altro.

In tedesco, “schiacciare una noce dura” ha una valenza traslata e significa: risolvere un problema importante, affrontare con coraggio le difficoltà che la vita propone. Il principe Schiaccianoci è dunque un antieroe che vince proprio grazie alla sua incompiutezza e Clara/Marie riconoscendone il valore nonostante la fragilità che lo rende diverso e meno scintillante degli altri giocattoli, inizierà un viaggio di crescita e di conoscenza.

La nostra storia inizia a ritroso: Clara ha ormai vissuto la sua vita ed è molto lontana dalla bambina che era. Circondata da un mondo sensibile solo al consumo, è sola alla vigilia di Natale. Il ricordo però è un antidoto potente e il mondo di Clara ricomincia a luccicare come le candeline sull’albero… Un viaggio attraverso il ricordo di quella notte magica popolata da personaggi tanto allegorici quanto vividi: il padrino Drosselmeyer, l’Albero che cresce, le bambole, i soldatini, lo schiaccianoci, il Re dei Topi, la Fata Confetto e il Principe che restituiscono un sottotesto più profondo. E’ Clara a portarci in quel mondo attraverso il viento dulce, il dolce vento del suo respiro che veicola la storia, rivelandone la densità espressiva ed emotiva. Abbiamo scelto questa soluzione scenica perché crediamo che il potere dell’essenza di una Fiaba possa essere amplificato dal suo essere esternata dal respiro del narratore.

Questa Fiaba invita a sognare su qualcosa che sembra familiare, e che a tratti affonda le sue radici in un tempo remotissimo. L’azione scenica è pensata per far penetrare lo spettatore in un vortice di colori e danze, come se guardasse attraverso una lanterna magica composta da lastrine di vetro colorate per ricordare i concetti essenziali della vita dell’anima, quelli che spesso vengono smarriti o dimenticati.
Il testo è concepito come un flusso ritmico e armonico che articola il percorso individuale della crescita e della conoscenza dell’altro fino alla realizzazione piena dell’ esistenza.

La costruzione scenica si articola in una ricerca interdisciplinare tra teatro e danza traducendo i temi del testo in espressività coreografica e in una lingua poetica composta di parole e immagini per arrivare al cuore, alla mente e all’ anima degli spettatori.
Lo spettacolo nasce dalla collaborazione tra la coreografa Loredana Parrella, l’ attrice Gloria Sapio e il compositore Andrea Cauduro e attiva una triangolazione di ricerca scenica che trasforma in nuovo linguaggio la più notevole tradizione del teatro-danza italiano.

Coreografia Loredana Parrella
Testi Gloria Sapio
Regia Loredana Parrellla e Maurizio Repetto
Musica Pëtr Il’ič Čajkovskij
Sonorizzazioni Andrea Cauduro
Interpreti Agnese Lorenzini, Anne – Gaelle Stephant, Catarina Ramos Nunes, Marco Cirignotta

Coproduzione Twain/Settimo Cielo/Teatro di Arsoli
in Collaborazione con ATCL Lazio e Fondazione Sipario Toscana
Con il sostegno di MiBACT – Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, Regione Lazio – Ass.to alla Cultura
In Residenza Supercinema_Tuscania, Teatro La Fenice_Arsoli, La Città del Teatro_Cascina.

Progetto Vincitore del Bando #Crea 2018/2019 Fondazione Sipario Toscana

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