Cigno
È la ricerca di un autoritratto. Un necessario e volontario atto d’ingenuità. È la costruzione di partiture corporee e ritmiche dentro le variazioni musicali di un assolo divenuto tanto famoso da entrare nell’immaginario collettivo (la miniatura coreografica “La morte del cigno” coreografata da Michel Fòkine per la danzatrice Anna Pavlova nel 1907). È un campo di indagine in cui il movimento scaturisce da frammenti e immagini conservate dalla memoria, si compone, si accelera e si rallenta, va avanti e indietro nel tempo.
In questa oscillazione il corpo che danza cerca se stesso: porta con sé movimenti e gesti nati altrove, nella vita, nella coreografia, restituendo al presente il proprio passato e il proprio futuro. La conoscenza del corpo che danza si intreccia con la pratica del corpo organico, con quello che semplicemente vive alla ricerca di un’autenticità espressiva, che non può non partire dalle tecniche per poi tentare di liberarsene.
Il processo creativo
L’idea coreografica nasce dalla necessità di voler indagare le modificazioni prodotte dal trascorrere del tempo, sia nel corpo fisico che nella natura di archivio che il corpo della danza, e non solo, rappresenta. Il lavoro si basa sull’affiancamento di due prospettive – il processo creativo che procede dall’interno, dal suo corpo, che non ha bisogno di raccontare perché contiene in sé tutti gli elementi senza necessità di una collocazione o di un carattere storico dei gesti ritrovati, che vive il deterioramento della materia, riassume gli elementi che abita, in un costante contatto con la finitezza – la ricerca coreografica come scrittura di segni, di significati, come possibilità espressiva che si fa narrazione o discorso, o tempo sospeso dell’immagine. Scrittura in cui l’esterno cade inevitabilmente, trova il suo spazio, lasciando tracce e disegnandone altre all’interno di un contesto culturale definito.
Abitare un brano classico con un corpo contemporaneo, nella doppia accezione del vivere il tempo presente e essere all’interno della ricerca coreografica contemporanea. Creare un alfabeto fisico personale trattenendo, all’interno dell’atto performativo, parti del processo creativo/istintivo. Il riscontro, nel proprio lavoro istintivo di assonanze, elementi culturali ed estetici, citazioni, nodi filosofici e territori linguistici, utilizzati a volte consapevolmente a volte inconsapevolmente.
Un progetto di e con Loredana Parrella
Collaborazione artistica Roberta Nicolai, Elena Mozzetta
Musiche Marco Giannoni
Produzione Twain Centro Produzione Danza 2017
Coproduzione tst/Teatri di Vetro Festival
Con il contributo di MiC – Ministero della Cultura, Regione Lazio e Fondazione Carivit
In collaborazione con Supercinema/Vera Stasi – Tuscania, T.OFF/Cortoindanza – Cagliari
Tour
25/06/2017 studio per Cigno – TuscaniaDanza – Supercinema – Tuscania (VT)
09/07/2017 studio per Cigno – Festival Cortoindanza – Cartec – Cagliari
23/09/2017 Prima Nazionale – Teatri di Vetro Festival – Ex Tempio Santa Croce – Tuscania (VT)
04/10/2017 Teatri di Vetro Festival – Carrozzerie N.O.T. – Roma
6-7/10/2018 ATCL Lazio – Teatro Quarticciolo – Roma
16/10/19 Festival LDC – Centro cultural Galileo – Madrid
17/10/19 Festival LDC – Teatro Sanchinarro – Madrid
09/09/21 – Corpografie Festival – Spazio Matta – Pescara
20/09/21 – DanceProject Festival – Teatro Basaglia – Trieste
23/11/21 – I Punti Danza – Teatro Matteotti – Moncalieri (TO)