Sobotta

Sobotta, Atlante di Anatomia Umana “ dona il titolo a questo lavoro, dove l’umano, e con ciò non solo l’ente fisiologico uomo, ma tutto ciò che risiede nella sfera della sua sensibilità, viene scandagliato per delineare le componenti dell’espressione “ Io sono”.

Il progetto vuole perseguire un’ impostazione saggistica-romanzata dichiarando la volontà di comunicare con lo spettatore sotto il profilo razionale e cosciente nell’uso della parola per spostarlo nel tempo in un coinvolgimento emotivo con le figure portate in scena per giungere ad un dialogo più istintivo ed inconscio ricercato tramite l’utilizzo di segmenti basilari di linguaggio legati alla nostra fisiologia. Razionalità, emotività ed istintualità saranno dunque il canovaccio di questa “mini-odissea” nell’intelligibile e nel sensibile umano.

Sobotta si fonda sulla teoria di MacLeen di una trina strutturazione del cervello. Una parte antica definita rettiliana, nella quale si annidano gli istinti ed una parte dell’inconscio. Una zona mediana coordinante il sistema limbico, corrispondente alla nostra umanità, se intesa come sede delle emozioni e della compassione (immedesimarsi nelle passioni altrui). La relativamente nuova e appartenente a noi solo Neocorteccia, sede dell’elaborazione dell’interazione tra i sensi (immaginazione, memoria, previsione del futuro, razionalità).

Esse si sovrappongono architettonicamente per ripercorrere la filogenesi del Sapiens, disegnata nel tempo da specifiche gestuali di riferimento. Un grande quadro che si prefigge di lasciare un interrogativo su quali dovrebbero e potrebbero essere le nostre una future evoluzioni, senza la proposizione di una morale.