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DON QUIJOTE

Quella di Don Quijote è una follia sana. Spinta da un impulso interiore che ne deforma la realtà, tanta è la voglia di cambiarla. Il “folle” cavaliere mostra il problema di fondo dell’esistenza, cioè la delusione che l’uomo subisce di fronte alla realtà, la quale annulla l’immaginazione, le proprie aspettative, la realizzazione di un progetto di esistenza con cui l’uomo si identifica. Non è quindi difficile immaginarsi come lui, oggi. Eterni cavalieri che combattono quotidianamente con i mulini a vento di una società decadente. 

Il Don Quijote contemporaneo è un uomo che viene illuso, deluso, ingannato e si trasforma da sognatore ironico e spensierato in un personaggio tragico, che prima di dichiararsi risanato e pentito, e dunque vinto, sul letto di morte, esclama: “io sono nato per vivere morendo”.

“Non muoia, signor padrone, non muoia. Accetti il mio consiglio, e viva molti anni, perché la maggior pazzia che possa fare un uomo in questa vita è quella di lasciarsi morir così senza un motivo, senza che nessuno lo ammazzi, sfinito dai dispiaceri e dall’avvilimento”.

È a queste parole, quelle che Sancho Panza rivolge al suo cavaliere errante in fin di vita, che Loris Petrillo si è ispirato per affrontare il suo lavoro coreografico, Don Quijote. 

Lo spettacolo è un inno alla resistenza, al coraggio, un invito a rimettersi in piedi per combattere la delusione che si subisce di fronte alla realtà. Da sempre l’uomo è stato costretto dalle vicende della vita a ripetuti compromessi, a sconfitte, a tristezze, ma con un pizzico d’idealismo ogni folle potrebbe essere più savio di quanto si possa credere e scoprire, contro ogni apparenza, la vera essenza dell’esistenza. 

Con la sua sete di giustizia, il Don Quijote di Loris Petrillo è quell’uomo qualsiasi ma non qualunquista che non teme di essere sconfitto e che anzi cerca il continuo confronto come fonte di conoscenza, quell’uomo che non si stanca di combattere, che se cade non ha timore a rialzarsi e più forte di prima, quell’uomo che crede fortemente nei grandi ideali e si batte contro gli pseudo-principi privi di ragione, quell’uomo disposto ad affrontare il lungo viaggio della ricerca del proprio io per perdersi tra i labirinti del mondo. 

Attraverso il carattere e la personalità dei personaggi del capolavoro seicentesco di Cervantes, Don Quijote, Sancho Panza e Ronzinante, lo spettacolo affronta i temi più profondi dell’esistenza dell’uomo ma senza tralasciare gli aspetti più grotteschi ed esilaranti degli stessi che per fortuna pure gli appartengono. Lo stesso spettacolo, ora più simile ad una parodia ora ad un elaborato di più complesso spessore, è proprio per questo, soprattutto un viaggio simbolico nei meandri dell’esistenza.

Regia e coreografia Loris Petrillo
Musiche AA.VV.
Elaborazioni Loris Petrillo
Consulenza drammaturgica Massimiliano Burini
Interpreti Nicola Simone Cisternino, Ugnė Kavaliauskaitė, Yoris Petrillo
Disegno luci Loris Petrillo
Produzione Twain Centro Produzione Danza
Con il contributo di MiC – Ministero della Cultura, Regione Lazio, Comune di Tuscania
In collaborazione con TSI La Fabbrica dell’Attore/Teatro Vascello – Roma
Con il contributo di MiC – Ministero della Cultura, Regione Lazio, Comune di Tuscania

Tour

18/04/2015 Prima Nazionale – Teatro Cantiere Florida – Firenze
22-23-24/04/2015 Teatro Vascello – Roma
24-25/10/2015 Scenario Pubblico – Catania
25/02/2016 Nuovo Teatro Abeliano – DAB_Danza a Bari Teatro Pubblico Pugliese – Bari
3-4-5/03/2017 Piccolo Bellini – Teatro Bellini – Napoli
25/03/2018 Teatro Mengoni – Umbria in Danza/Teatro Stabile dell’Umbria – Magione (PG)

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