Alle acque uomini e dei

Un racconto di corpi in un’alternanza di partiture coreografiche, frammenti di testo e spunti pittorici, dalla Crocifissione all’Ultima Cena, dalla Resurrezione all’ Assunzione della Vergine fino allo scontro tra Michele e il Drago, liberamente ispirato ispirato al libro di Mario Calabresi “Spingendo la notte un po’ più in là” che racconta la storia di una famiglia italiana degli anni ’70, vittima del terrorismo.

Un incontro tra corpi viventi e corpi immortali per immaginare e sollevare la più recondita delle questioni al proprio sé, quando l’arte ci permette di tornare a riflettere, quando l’arte permette tutto ed il contrario di tutto ottiene la sua più grande vittoria: svelare l’invisibile.

Senza voler entrare nel merito dei fatti intercorsi tra Calabresi e Pinelli ci siamo addentrati in un racconto frammentato che non sfiora mai il senso di vendetta, che non si lascia trasportare dall’onda di odio e rancore che condusse alle morti di mariti e padri, che sceglie non di dimostrarsi superiore ma di esserlo davvero, nella consapevolezza che, come scrive l’autore nell’ultima pagina, “bisognava scommettere sulla vita”.

Corpi di eroi ma soprattutto di uomini comuni che amavano e che erano amati, che avevano figli con cui giocavano, sogni per sé e per il loro futuro, ideali da perseguire. Uomini, insomma, desiderosi di “spingere un pò più in là” l’oscurità di quegli anni, nella speranza che un giorno la luce potesse risplendere ancora più luminosa nella vita propria e degli altri.